martedì 29 gennaio 2008

oggi...

Voglio tornare a parlare di Carlo, a costo di rompere le scatole ai miei pochi ma fedeli lettori. Il garante dei detenuti del Lazio si è attivato per tentare di gestire la sua situazione. E' la prima volta che ho, forse grazie al fatto di aver conosciuto i componenti, che ho un po' di fiducia nelle istituzioni e nel loro operato.

Sarà che questi ultimi giorni per Carlo non sono stati il massimo, sarà che con l'intervento del garante nasce una nuova speranza di risoluzione di tutto condita dalle ovvie ansie che la accompagnano, ma sono giorni, mentre parlo con Katia, mentre tento di lavorare sul myspace e sul resto che ho in mente due foto che Katia mi ha mandato tempo fa dove Carlo sorride e si trova con amici. Ovviamente per postarla qui e non ledere la privacy di nessuno le ho tagliate ed ho tentato di oscurare gli occhi delle persone che non ho potuto tagliare.

Sono foto che mi sono rimaste impresse perchè, fino a quel momento di lui avevo solo l'immagine ovviamente triste delle foto in prigione. Queste foto mi hanno fatto in piccolo lo stesso effetto che mi ha fatto (in maniera più pesante) l'averci parlato: l'averlo reso di colpo una persona reale, una persona vicina.

E secondo me sono delle immagini fortissime messe a contrasto con le ultime foto della prigione. Sono uno dei tanti tasselli dell'ingiustizia che ha colpito quest'uomo. Uno degli effetti più evidenti. Chi mi conosce, nonostante io sia cinica, ma molto emotiva, sa che non mi esprimo mai sull'onda dell'emozione. Ma in casi come questi dove l'ingiustizia è palese e le prove dell'innocenza di quest'uomo così lampanti, io mi rendo conto... che il sentimento più forte che provo è la rabbia. Quando sento Katia triste, quando vengo a conoscenza dei continui dispetti che fanno a Carlo, quando penso che potrebbe avere un cancro al polmone e che la maggior parte delle persone e delle istituzioni se ne fottono allegramente... be la cosa mi manda letteralmente in bestia.

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2 Commenti:

Blogger Chit ha detto...

Il tassello più pesante trovo sia proprio il non aver voluto andare a fondo da parte dei media sull'accaduto. Questa insieme la condanna l'ingiustizia più grande e brava tu a parlarne...

30 gennaio 2008 alle ore 12:30

 
Blogger Susan ha detto...

gentile come sempre Chit, un abbraccio :)

30 gennaio 2008 alle ore 14:05

 

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