Ve lo dico a cuore aperto

Originariamente scritto nel mio profilo Facebook. Nelle immagini l'ultima lettera di Carlo. E poi ditemi se ho torto.
Spesso dimentichiamo che dietro alle carceri, c'è un mondo che nasce, cresce e muore parallelamente al nostro. Anche io lo ignoravo, o facevo finta di dimenticarmene prima di conoscere Carlo. Spesso è dannatamente più comodo far finta di niente. Grazie a lui ho imparato che non è giusto un atteggiamento del genere. In questa mio sforzo per aiutarlo, parte della mia famiglia è con me, conosce Katia, vuole loro bene. L'altra, non so per quale motivo, se ne strafrega altamente. Forse perché han paura di ciò che non conoscono.. non so. Son solo che non gliene è importato nulla nemmeno quando ho pubblicato il pezzo sul Community Alliance(mensile di Fresno, California) e su La Padania.
Ieri mi è arrivato un bustone da parte di Carlo, contenente il giornale con l'originale del mio articolo, una lettera, ed il biglietto di auguri che un gruppo di inmates gli ha regalato per il suo compleanno lo scorso 1 novembre.Ora vi chiederete voi cosa centra questo con l'apertura di questo mio scritto. E' presto detto. Noi molto spesso ignoriamo che colpevoli od innocenti che siano i detenuti rimangono prima di tutto persone.
E' stato spettacolare leggere tutti i pensieri che questi detenuti avevano scritto a Carlo. Tra di loro c'è chi lo conosce ormai bene, e chi lo conosce poco, ma nonostante questo è straordinaria la sensazione di affetto che ne scaturisce fuori. Questo biglietto (che potete visionare a questo link: http://blog.libero.it/carlofree/5929286.html ) mi da anche la maniera di raccontarvi come giorno dopo giorno mi rendo conto che nonostante i suoi naturali difetti, Carlo sia una persona veramente speciale.
Per farvelo capire dovete mentalmente riallacciarvi alla parte della mia famiglia che non è minimamente interessata a ciò

La grande differenza è che nonostante quell'articolo parlasse di lui e che quindi potesse rappresentare qualcosa di positivo per lui, il primo commento successivo alla conferma di pubblicazione, ancor prima di visionarne la copia ufficiale, è stato di contentezza perché me lo avevano pubblicato, per come era scritto: "ed ora lo devi incorniciare, sei stata proprio brava" e così via. Contentezza per me e per quello che quel pezzo poteva rappresentare per me. Tutte quelle cose che minimo minimo ti aspetteresti anche dai tuoi parenti. Reazioni che da loro non vengono mai, e che invece da parte di Carlo arrivano sempre. Ieri ho avuto l'opportunità di sentirlo via telefono e quando gli ho detto che il bustone era arrivato, ha assunto il ruolo di "padre fiero della figlia" (da ridere, mi sembrava la stessa reazione di mio padre all'articolo!) che pianificava come e dove e con cosa incorniciarlo! "Così quando tra tanti anni quando lo farai vedere ai tuoi nipotini gli racconterai... " che non vi so esprimere se erano più belle le parole che diceva o il tono in cui le diceva. E mentre parlava ci pensavo a quegli idioti dei miei parenti.... pensando che è proprio vero che la famiglia non è dettata dal sangue che scorre ma dall'affetto che si prova.
La cosa che mi fa continuare a sorridere, e qui concludo perché mi son dilungata troppo, è che all'inizio voleva chiedere a Katia se me lo incorniciava lei, per farmi una sorpresa! Povera Katia, le sarebbe mancato solo questo!
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